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Gli ologrammi commestibili potrebbero decorare o addirittura autenticare il cibo

Aug 10, 2023Aug 10, 2023

Ricordi a metà degli anni '80, quando gli ologrammi prodotti in serie erano un grosso problema? Da allora, sono diventati comuni su carte di credito, valuta e altri articoli. Ora, grazie a una nuova ricerca, puoi effettivamente mangiare queste cose.

Prima di tutto, perché qualcuno dovrebbe volere un ologramma commestibile? Ebbene, oltre ad essere utilizzati semplicemente per scopi decorativi, potrebbero anche servire a dimostrare che un alimento non è stato manomesso o a mostrarne il nome e/o gli ingredienti in modo da dimostrare che non si tratta di un prodotto contraffatto. .

Gli scienziati sono già riusciti a modellare con successo ologrammi commestibili nel cioccolato, anche se solo alcuni tipi di cioccolato funzionavano ed è stato necessario creare un nuovo stampo per ciascun disegno di ologramma. Alla ricerca di un'alternativa più versatile, i ricercatori della Khalifa University of Science degli Emirati Arabi Uniti hanno iniziato mescolando sciroppo di mais e vaniglia con acqua, lasciando poi asciugare la soluzione fino a formare una pellicola.

La pellicola è stata poi rivestita con un sottile strato di colorante nero sintetico. Utilizzando una tecnica chiamata modellazione di interferenza laser, la maggior parte di quello strato è stata successivamente incisa, lasciando dietro di sé una serie di linee in rilievo su scala nanometrica che formavano quello che è noto come reticolo di diffrazione.

Quando la luce passa attraverso la griglia e si riflette sulla pellicola sottostante di sciroppo di mais/vaniglia, la griglia rifrange la luce in modo tale da apparire in uno schema color arcobaleno: i colori visibili cambiano con l'angolo di visione. Inoltre, la gamma e l'intensità dei colori possono essere alterate modificando la spaziatura tra le linee o variando il contenuto di zucchero della pellicola.

Sebbene il colorante nero sia già non tossico, gli scienziati ora vogliono adattare la tecnologia in modo che funzioni con un vero colorante alimentare.

La ricerca, che è guidata dai Drs. Bader AlQattan e Haider Butt, è descritto in un articolo recentemente pubblicato sulla rivista ACS Nano.

Fonte: Società chimica americana